Dal corpo allo sport. Dalla casa alla palestra  

Sono iniziati gli incontri a domicilio previsti dal progetto  “Dal corpo allo sport. Dalla casa alla palestra”, approvato dall’Assessorato allo Sport del Comune di Forlì, realizzato in collaborazione  con l’associazione Famiglie Insieme.


Il testo del progetto: 

Dal corpo allo sport. Dalla casa alla palestra

Premessa

Quando si cerca di coniugare sport e disabilità si pensa abitualmente a come flettere le pratiche, i regolamenti, gli impianti,...dello sport dei normo-dotati per consentire quanto più possibile ai portatori di disabilità di praticare anch'essi delle discipline sportive. Tale approccio  è altamente meritorio, ma in parte anche limitativo. Sotto due aspetti.

Il primo, che una grande quantità di soggetti disabili non riescono a rientrare nelle pur adattate categorie predisposte; e ciò in considerazione del fatto che le tipologie di disabilità sono talmente varie che è impossibile comprenderle tutte; e neppure la maggioranza. Il secondo, diciamo così più “culturale”, perché la mentalità comune (e segnatamente quella di noi “addetti ai lavori”) tende a pensare lo sport come veicolo di valori nel momento in cui viene praticato. Se ciò è  sostanzialmente vero, nel senso che la pratica sportiva attiva ha una capacità unica di coinvolgimento della persona e quindi di trasmissione di valori, non ci si deve dimenticare che il fenomeno sportivo è immensamente più complesso e ricco, con riflessi che investono dimensioni estremamente variegate della cultura e della società, per cui i suoi effetti si riflettono in modo importante anche su persone che non lo praticano direttamente su di sé.

Questo non vuol dire che non si deve promuovere il più possibile la pratica attiva dello sport, ma piuttosto valorizzare tutti quegli altri valori, e sono tantissimi!, che lo sport veicola a favore anche di chi lo vive in modo indiretto. Bellezza, socialità, rispetto, condivisione, incontro con culture diverse, tensione positiva, accettazione della sconfitta,...possono essere assimilati anche da chi dello sport è protagonista in modo diverso. Per citare un esempio fra tanti, tutti sappiamo quanta influenza (positiva o negativa) ha il comportamento di un campione veicolato dai mass media.

“Dal corpo allo sport; dalla casa alla palestra” ha esattamente questa finalità: sviluppare un percorso che miri a far incontrare il fenomeno sportivo nella modalità a lui più adeguata da parte di chi è affetto da grave disabilità. Un processo che necessita di tappe precise, per rispettare tempi e modi di ciascuno: incontrare la persona disabile nella concretissima situazione del proprio corpo, così come è, con tutte le limitazioni che ha. E incontrarla lì dove è, cioè a casa sua, luogo di affetto familiare ma spesso anche di rifugio ed isolamento. Aiutarlo quindi in una valorizzazione completa di sé, in tutta la sua fisicità. Stimolarlo infine ad incontrare e conoscere il mondo dello sport fino ad uscire verso i luoghi dove esso si pratica (la palestra, il campo, la pista,...) possibilmente per diventare uno sportivo attivo, ma, se ciò non risulta praticabile, a ricercare di modalità diverse di protagonismo che valorizzino al massimo le sue risorse, interessi, capacità.

Segnare i punti, fare foto, preparare un cartellone, partecipare al tifo,...; o, con modalità più complesse, curare un sito, compilare classifiche, occuparsi del sottofondo musicale in una manifestazione... Ma è velleitario inventare “a tavolino” delle ipotesi. È necessario svolgere concretamente, caso per caso, un percorso personale, con tappe precise: la nascita di un rapporto di fiducia con l'operatore che verrà a casa; la valorizzazione del proprio IO in modo che possa crescere l'autostima, prerequisito indispensabile ad una apertura verso l'esterno; l'individuazione di un interesse, un'attitudine, un'opportunità che può fungere da tramite . E infine, se il passo viene fatto, che “di là”, nello sconosciuto mondo dello sport, si trovi l'aiuto di realtà in cui atleti, dirigenti, famiglie  possano accogliere il “nuovo arrivato” così come è, cioè una ricchezza per tutti.

Un gioco di squadra insomma, in cui famiglia, associazioni, operatori della motricità, realtà sportive raccolgano la sfida di vincere l'indifferenza.

Descrizione del progetto

Numero minimo per attivare: 5 - Numero previsto: 10

Finalità e metodologia

Le finalità sono state indicate nella premessa ed in un certo senso anche la metodologia, ma la dettagliamo meglio. Il primo passo consiste nell'individuare i soggetti verso cui indirizzare il progetto. Ciò avverrà prioritariamente attraverso il rapporto con “Famiglie Insieme”, associazione che riunisce genitori con figli disabili, quasi sempre con età superiore ai 30 anni. È su tale fascia di età che ci si indirizza, perché maggiormente a rischio di isolamento, come denunciato dai genitori stessi.

Il secondo passo prevede l'approccio personale con il soggetto, da parte di un operatore di Dinamica (laurea in Scienze Motorie) specializzato in motricità con soggetti con disagi. La proposta sarà di svolgere un certo numero (si può ipotizzare 10) di sedute a domicilio per affrontare problemi motori/posturali rilevati dal soggetto stesso o dalla famiglia. Durante questo lavoro la preoccupazione dell'operatore sarà di valorizzare tutte le risorse corporee del soggetto e contemporaneamente “scoprire” insieme a lui i suoi interessi e capacità nel senso più ampio. È attraverso questo rapporto che verrà progressivamente proposto l'incontro con una realtà sportiva, individuando un possibile ruolo del soggetto. L'ultimo passaggio consisterà nell'incontro con Società Sportive disponibili per realizzare un inserimento attivo in alcuni aspetti della vita della realtà sportiva stessa verso a cui ci si è rivolti.

Numero, qualifica e competenze professionali degli operatori e tecnici

A seconda del numero di soggetti partecipanti si renderà operativo un congruo numero di operatori, in rapporto 1 a 3 – 4 . Gli operatori sono tutti in possesso di Laurea in Scienze Motorie.

Spazi e impianti sportivi utilizzati

Dopo il lavoro a domicilio si utilizzeranno gli spazi e impianti dove opera la realtà sportiva di riferimento.

Orari, periodi e durata delle attività

Gli orari verranno concordati con le famiglie. Il progetto abbraccerà l'intero anno, compresa l'estate in quanto è possibile ed auspicabile il coinvolgimento anche in attività di vacanza, campus, centri estivi,...

Coinvolgimento del territorio

E' un elemento fondamentale. Oltre alla citata associazione Famiglie Insieme aderiscono al progetto il CSI (Centro Sportivo Italiano) provinciale di Forlì; PGS (Polisportive Giovanili Salesiane)provinciale di Forlì; PGS Pianta; Associazione Cormorano Sub. 

Coinvolgimento di altri soggetti quali enti, istituzioni scolastiche, ecc.;

Il progetto verrà presentato alla AUSL ed a realtà che si occupano di disabilità.

Piano promo-pubblicitario dell’iniziativa

Oltre al prioritario canale delle famiglie, il progetto verrà pubblicizzato tramite articoli sulla stampa locale.

Oneri per i destinatari del progetto.

Il progetto non prevede oneri per i destinatari.